22 marzo 2010

和菓子 is the way

Ho in saccoccia dieci giorni di Nihon. Non pesano nemmeno così tanto, certo meno del mio trolley che si riempie ogni giorno di regali e souvenir. Il peggio è quando salgo sul treno e devo issarlo fin lassù dove stanno tutte le valige. Talvolta nemmeno ce la faccio. Barcollo e per poco non finisce in testa a qualche minuta vecchietta giapponese. Gomenasai.

Dieci giorni di Nihon e non è che abbia visto poi molto. Li ho passati quasi tutti in campagna, dormendo sui futon e facendo colazione con zuppa di miso, riso bianco e natto (dei fagioli fermentati che la Lonely Planet definisce infamous). Roba buona. Anyway, mi pare tempo di rendicontare qualche esperienza occorsami fin qui. Andiamo per tappe.

Tsukuba e le zone circostanti (nord di Tokyo):
1)i flyer con le donnine nude per comprare i canali erotici alla tv dell'hotel e le bacchette a forma di spada laser al centro commerciale (quella verde di yoda vince su tutte);
2)un tizio che mi ha cucinato davanti agli occhi un okonomiyaki (sorta di frittata) grande quanto un trentatre giri con dentro, tra le altre cose, anche degli spaghetti. Ho delle foto che provano tutto ciò;
3)un Buddha alto tipo 100 metri che mi hanno spacciato per la più statua alta del mondo. Controllando su internet è venuto fuori che è solo la seconda più alta. La Statua della Libertà gli arriva al cavallo comunque.

The trip:
il giorno del mio compleanno devo andare col mio amico Taka a Mie, 500 chilometri a sud-ovest di Tsukuba. Road trip, partenza prevista per le 6 del mattino. Alle 2 bussano alla porta di camera mia. E' il mio amico: bisogna partire ora per evitare il traffico di Tokyo. Lo evitiamo con maestria. Poi al mio amico viene un colpo di sonno, dobbiamo fermarci. Dorme cinque ore filate nel parcheggio di un McDonald's mentre io sfrego le mani sull'accendisigari per dimenticarmi che ci sono 5 gradi e la mia giacca più pesante è spessa quanto un'alga nori. Ripartiamo e il navigatore segna il tempo rimanente: 12 ore. Chiedo come sia possibile tutto ciò. Mi risponde che se non si prende l'express way (troppo costosa) quello è il tempo che ci vuole per fare 500 chilometri. Presente viale Zara? Toglietegli due corsie e avete un'idea delle statali giapponesi. Siamo arrivati alle 10 di sera, sulle spalle un acquazzone, strade montuose, diversi caffé e té in lattina, una pausa pranzo a base di ramen e numerosi tentativi di espletare le mie funzioni biologiche. Tutti falliti. Ma almeno l'asse del cesso era sempre riscaldata.


Ever since:
1)ho scoperto che le carpe koi vengono in vari colori, tutti straordinariamente vividi. Direi che il mio prossimo tatuaggio ha già un design, gli manca solo un disegnatore;
2)wagashi, i dolci giapponesi. Non so voi, ma sapere che un dolce contiene riso e fagioli, e che è pure delizioso mi manda giù di testa. Ne mangio in tale quantità che sto cominciando a riconoscere i kanji quando li vedo scritti sulle etichette. Temo il diabete. Gente, i dolci giapponesi sono la retta via;
3)m'hanno portato a un corso di calligrafia e in due ore ho prodotto quello che un bambino di seconda elementare probabilmente giudicherebbe un colpo di daga alla propria carriera scolastica. Imbarazzante;
4)nota per tutti quelli che vogliono diventare dei ninja: preparatevi a indossare gilet che pesano più di vostra cugina, a dormire sempre sul fianco sinistro per proteggere il cuore da eventuali attacchi notturni e a mangiare cibo che non produca odore quando lo ridistribuite sulla madre terra. Oh, e un paio di porte girevoli nascoste per la casa son doverose;
5)nota per me: sfidare un nonno nippo a chi beve più sake non è mai una buona idea. Nemmeno se è lui che offre il sake,

Tre serate fantastiche:
1)la sessione di sake col vecchio di cui parlavo prima. Come aperitivo. Poi, cucinando della pasta per la famiglia di Taka, mi rimuovo mezza unghia e parte di indice mentre affetto la cipolla. Fermo l'emorragia e porto a termine l'impresa. Vengono invitati anche parenti e amici per la grande occasione. Tutti mi portano regali. Tutti mi dicono che la pasta è sugoi (deliziosa). A mezzanotte karaoke a cantare Barbie Girl, Avril Lavigne e Volare di Modugno;
2)la famiglia di Taka mi cucina una cena a sei portate, tutte contemporaneamente sulla tavola. Le stermino con ingordigia. Parte una seconda sessione col vecchio. Si uniscono nipoti, cugine, avventori a caso. Ingolliamo sake, umeshu (vino di prugna), soju (liquore di patata?). Ci sono snack di ogni sorta sul tavolo, metà dei quali sono fuori dalla mia comprensione. Finiamo a farci foto facendo il gesto della pace, rossi in faccia;
3)io e Taka ce ne andiamo a Osaka per far serata. Dopo la cena entriamo in un'izakaya, vedo piattini e bacchette. Non eravamo venuti qui per bere? Sì però i giapponesi amano buttarci un sacco di cibo su quell'alcol. Sostanzialmente è un'altra cena. Chiudiamo verso le 3 con sake caldo e ume ochazuke (riso immerso in tè verde bollente con alghe e prugna acida).




Volevo infine segnalare che il Giappone mi sta piacendo.

9 marzo 2010

It's my job to keep punk rock elite

8 = gli aerei che ho preso in quest'ultimo mese.

570 = gli euro che ho speso da quando sono atterrato a Singapore a quando ho preso l'aereo per Sydney.

162mila = le rupie che ho speso mediamente in un giorno d'Indonesia.

13 = l'equivalente in euro.

13 = i nuovi frutti che ho assaggiato (tra cui il re dei frutti: il durian).

3 = le ragazze che mi hanno chiesto se aveva Facebook.

2 = i tipi che mi hanno chiesto se ero single.

10+ = le volte che ho liquidato una tipa che voleva vendermi un massaggio.

100+ = le volte che ho liquidato una tipa che voleva vendermi una sarong.

1000+ = le volte che ho liquidato un tipo che voleva vendermi una corsa a cavallo, sul calesse, sul becak, in motorino, ojek, taxi o minibus.

6 = i bicchieri di vino di riso che posso reggere in una serata.

1 = il libro che ho scritto.