10 febbraio 2010

E poi c'era Amedeo

Sindapore mon amour:

- il Changi Airport dove ti danno le caramelline mentre controllano il passaporto e ci sono postazioni internet 5 metri prima del gate. Gratis;
- i cinesi, tanto pragmatici sul lavoro quanto pacchini e senza misura nei festeggiamenti;
- gli indiani, tanto scazzati sul lavoro quanto scazzati fuori (momenti non sempre facilmente distinguibili);
- il dragon fruit e le banane rosse;
- i miei piedi nudi sul pavimento dei templi hindu;
- i biglietti plastificati della metro, che per averli devi lasciare il deposito come coi carrelli dell'esselunga;
- gli stand di chinatown dove ti offrono croccanti, mochi, gelatine e frutta secca per il capodanno;
- un mezzo delfino e mezzo leone che sputa acqua davanti allo skyline;
- Auntie Aini che mi regala le sue tortine di arachidi perche' lei ha il colesterolo troppo alto.


Kuala mon amour:

- lo shuttle bus per l'aerioporto che arranca sui cavalcavia neanche fosse l'ivan quaranta di inizio stagione;
- andare alle petronas towers e scoprire che non puoi salire fino in cima e che a kuala c'e' un'altra torre di tipo 450 metri che invece puoi scalare interamente;
- salirci comunque perche' tanto e' gratis;
- il tizio che incrociandiomi per strada improvvisamente comincia a respirare male, estrae un ventolin vuotodalla tasca e mi chiede i soldi per comprarne uno nuovo;
- il bollitore dell'acqua con la modalita' boiling per il te' e quella warm (40celsius) per bere;
- lo star fruit che sa di mela verde e pompelmo;
- il tofu in pastella e il peperone ripieno di soia del blue boy vegetarian restaurant. E scoprire poi che e' un peperoncino. Che brucia come fare i gargarismi con la grappa.

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