6 febbraio 2010

Aspetta foglie rosse, Bandini

Otto giorni di Sydney che sono cominciati come un piatto di pasta riscaldato al microonde. Tiepidi, vagamente anonimi. La sensazione che c'era di meglio a disposizione se solo la pigrizia non mi avesse assalito. Ho fatto fatica a riabituarmi alla gente di corsa per strada, a quel cielo fuggiasco che ti piove addosso quando sei in giro col tuo trolley da 25kg.
Fai fatica a dimenticarti di come ti sveglia l'oceano quando ti ci butti dentro alle otto di mattina e non hai nemmeno il tempo di dirgli buongiorno.

Otto giorni di Sydney che pero' pian piano hanno acquisito un senso, perche' ho rivisto il sorriso di un amico, e poi sono diventati due, tre. E poi ho smesso di contarli. Se ti circondi di sorrisi puoi entirti a casa un po' ovunque, nonostante tutto. Una casa credo di non averla trovata mai. Le cose mi appartengono, magari per brevi periodi, sono io che non appartengo a loro, oppure semplicemente faccio di tutto per dimostrare a me stesso che e' cosi'.

Ho lasciato Sydney come due mesi fa, sapendo che ci tornero'. Sa sempre meno di addio. Sull'aereo per Singapore mi sono guardato intorno e ho visto facce di tutte le sfumature, alcune sorridenti, altre grige, tutte con quel piccolo particolare che farebbe sorridere l'osservatore piu' attento.
Mi sono messo a leggere Chiedi alla polvere di John Fante. C'e' questo tipo che vorrebbe scrivere racconti ma proprio non ci riesce, e la cosa mi ha ricordato quando da ragazzino volevo fare lo scrittore. Mi e' improvvisamente venuta una voglia disperata di scrivere un libro. Ho un quaderno e una penna ma me li ero dimenticati nella pancia dell'aereo e le mie idee erano tanto bislacche che avevo paura di perderle. Cosi' ho continuato a ripetermele in testa per tutto il volo, a costruire immagini che resistessero al nuovo fuso orario.
Sto riaprendo un capitolo che avevo sigillato, sto riaprendo me stesso a tutti voi, nell'unico modo in cui sono sempre stato capace di farlo.

Vi guardo da dietro un vetro, come facevo anni fa, afono. E aspetto le foglie rosse. Voi ballate sotto la neve, e io aspetto le foglie rosse dell'autunno.

2 commenti:

Gabs ha detto...

magari ballasse qualcuno...

Francesca Savio ha detto...

aspetto impaziente la tua polvere..!